Cercano per lo più monete o materiale elettronico facilmente piazzabile sul mercato nero. Sono i ladri che sempre più frequentemente prendono di mira le scuole, purtroppo edifici che spesso si rivelano facili prede sia per conformazione architettonica – tante finestre e porte secondarie – sia per mancanza di dispositivi di allarme e videosorveglianza. Le guardie giurate de La Patria, storico istituto di vigilanza che vanta tra i suoi clienti anche numerosi enti pubblici, hanno effettuato una decina di sopralluoghi di furto nelle scuole solo nel mese di gennaio tra Modena e Bologna, intervenendo anche in edifici non di loro competenza ma attirati dagli allarmi acustici che hanno spinto le guardie, che si trovavano nei paraggi, ad accorrere avvisando poi le forze dell’ordine. Il caso emblematico è quello della scuola elementare Giovanni XXIII di via Amundsen a Modena: l’istituto è stato infatti preso di mira tre volte in meno di due settimane. La prima nella notte del 16 gennaio, poi ancora il 21 gennaio e, infine, nella tarda serata del 28 gennaio. I ladri sono entrati forzando porte e finestre e in tutti e tre i casi sono andati dritti verso il distributore automatico di bevande. L’ultimo colpo risale al 30 gennaio sempre in via Amundsen ma alla scuola Cavour, pochi civici di distanza dalla Giovanni XXIII. Alex Marti, Sales Manager ‘La Patria’, conferma come il problema sicurezza nelle scuole sia purtroppo tangibile.
Dottor Marti, perché le scuole sono così vulnerabili?
“Spesso ci troviamo davanti a istituti, per conformazione e fine d’utilizzo, con numerosi accessi (finestre e porte, spesso al piano terra ); nella quasi totalità dei plessi scolastici, per ragioni didattiche e pedagogiche, non sono presenti inferriate alle finestre, facilitando l’eventuale attacco da parte di malintenzionati. Ancora, per motivi strutturali, architettonici o normativi, devono essere presenti un certo numero di uscite di sicurezza che, purtroppo non solo nelle scuole, per conformazione denotano una scarsa resistenza ad un’eventuale forzatura da parte dei ladri. Senza dubbio, all’interno delle scuole, ciò che più attira i ladri sono i distributori automatici, magari posizionati successivamente all’installazione del sistema d’allarme e non sempre protetti da quest’ultimo; in ambito scolastico, 9 furti su 10 sono mirati ai distributori automatici che, del resto, arrivano a contenere anche alcune centinaia di euro”.
Che tecnologia suggerite di installare nelle scuole vista la complessità di ambienti tra interni ed esterni?
“Spesso non è possibile fornire protezione perimetrale esterna, che garantirebbe un anticipo importante sulle tempistiche di rilevazione di un’intrusione; è necessario pertanto concentrarsi sulla protezione interna dei locali, mediante allarme volumetrico nelle aree di passaggio obbligato. E’ consigliabile inoltre proteggere puntualmente anche infissi e porte”.
Quanto è importante la videosorveglianza in un simile contesto?
“Sicuramente la videosorveglianza è un importante strumento di dissuasione e prevenzione, utilissimo se poi pensiamo ad attività di indagine post-evento criminoso. Purtroppo, anche per problemi legati al budget risicato da parte degli istituti scolastici, le richieste di progetti di videosorveglianza in tali ambienti è praticamente nullo”.
Nelle scuole che hanno adottato dispositivi antintrusione sono calati i furti?
“Sicuramente sì”.
Che contributo dà la vigilanza privata alle forze dell’ordine che intervengono dopo questi episodi?
“Forniamo tutto il supporto necessario, essendo spesso in possesso delle chiavi d’accesso alla struttura, per i necessari sopralluoghi e rilievi delle forze dell’ordine. Trattandosi poi spesso di furti spesso distribuiti ciclicamente in definite aree geografiche, cerchiamo di porre maggiore attenzione se rileviamo movimenti sospetti in una determinata zona”.
Quali sono i tipi di intervento più frequenti da parte delle vostre guardie giurate oltre a quelli nelle scuole?
“Non vi è una particolare attività più colpita rispetto ad un’altra, in generale: in ambito commerciale tutti quegli esercizi dove è presente merce facilmente asportabile e velocemente rivendibile, in ambito industriale articoli informatici o spesso furti su “commissione” di specifici materiali, in ambito residenziale preziosi/contanti”.
Sarebbe utile un accordo quadro Vigilanza Privata, Comuni e Ministero per portare a piena tutela questi spazi pubblici?
“Qualcosa da alcuni anni è già stato fatto, con la sottoscrizione anche da parte nostra, insieme ad altri Istituti di Vigilanza, prima a Bologna e successivamente a Modena, del Protocollo “Mille occhi sulla città” stilato dal Ministero dell’Interno: tale protocollo prevede la massima collaborazione tra forze dell’ordine e istituti di vigilanza privata, per cercare di estendere il più possibile la copertura del territorio. Si potrebbe fare sicuramente di più: ad esempio le amministrazioni pubbliche dovrebbero mettere prima di tutto a budget risorse economiche aggiuntive, per investimenti tecnologici, aumentando le performance degli impianti di sicurezza”.